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I registri anagrafici

I registri dei matrimoni e, indirettamente, quelli dei battesimi furono introdotti nella legislazione canonica dal Decretum de Reformatione Matrimonii emanato l’11 novembre 1563 dal Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2).

I titoli 91-97 del Rituale Romanum emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti dei battesimi e dei matrimoni, nonché degli status animarum, dei cresimati e dei defunti, introdotti come libri canonici dallo stesso Paolo V. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della Diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati e dei matrimoni vennero compilati in molte parrocchie a partire dal 1565, quelli dei morti in modo più massiccio dal 1614. Nelle curazie che man mano si rendevano indipendenti dalla parrocchia, le registrazioni iniziavano con l’acquisita indipendenza dalla chiesa matrice. Meno osservato risulta l'obbligo della compilazione e conservazione dello status animarum che, oggetto di periodiche revisioni, poteva essere eliminato una volta non più rispondente alla situazione della comunità. Sporadica fu anche la tenuta del registro delle cresime.

L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Tale legge era applicata, però, solamente nei territori sottoposti direttamente all'autorità imperiale (per esempio la Valsugana), non in quelli soggetti al Principe Vescovo di Trento o in altre simili realtà territoriali. 

In seguito alla secolarizzazione del Principato Vescovile, dopo la breve parentesi del dominio napoleonico, durante il quale le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno), con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione affidava ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni trentini.

Dopo il 1815, inoltre, comincia a diffondersi anche nelle cure d'anime che non l'avevano adottato in precedenza (ex territorio del Principato Vescovile), il modello di "registro a tabella" prescritto dalla legge imperiale del 1784. In particolare i registri dei nati e battezzati, nell’area corrispondente all’odierna nostra Provincia venivano compilati in lingua italiana e non più in latino come nei secoli precedenti. Essi contengono, di solito, la data di nascita, compresa l'ora, e quella del battesimo, talvolta il numero della casa, il nome ed il cognome del bambino seguito dal nome della levatrice (o mammana), note circa la religione (cattolica o protestante), il sesso, la condizione legittima o illegittima, i nomi dei genitori, il nome del sacerdote che aveva amministrato il sacramento, i nomi dei padrini e la loro condizione sociale. Non è raro trovare su alcuni registri, specie su quelli a tabella, annotazioni posteriori, poiché spesso i parroci inserivano, in corrispondenza delle varie registrazioni, notizie riguardanti, ad esempio, le date di matrimoni o di avvenuti decessi.

Da questi registri sono ricavati i dati inseriti nel progetto Indice dei Nati in Trentino

E' possibile ottenere ulteriori informazioni, in particolare sulle date di inizio, sulla consistenza e su eventuali lacune nelle serie dei registri delle singole parrocchie e curazie rivolgendosi direttamente all'Archivio Diocesano Tridentino o consultando:

  • Livio Sparapani, I libri parrocchiali della diocesi di Trento, in La conta delle anime. Popolazione e registri parrocchiali. Questioni di metodo ed esperienze. Atti del convegno, Trento, 26-27 ottobre 1987, a cura di G. Coppola e C. Grandi, Il Mulino, Bologna 1989 (Annali dell'Istituto Storico Italo-Germanico in Trento. Quaderni 27), pp. 217-319. 
  • Fonti per la storia della popolazione. II. Scritture parrocchiali della diocesi di Trento, a cura di L. Sparapani e L. Fauci Moro, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per i beni archivistici, Roma 1992 (Quaderni della rassegna degli Archivi di Stato 70).
  • Gli inventari finora realizzati degli archivi storici delle parrocchie del Trentino, alcuni dei quali disponibili anche on line, nella sezione del sistema AST (Archivi Storici del Trentino) presente sul sito cultura.trentino.it

 

Sul tema vedi anche: 

  • La conta delle anime. Popolazione e registri parrocchiali. Questioni di metodo ed esperienze. Atti del convegno, Trento, 26-27 ottobre 1987, a cura di G. Coppola e C. Grandi, Il Mulino, Bologna 1989 (Annali dell'Istituto Storico Italo-Germanico in Trento. Quaderni 27) 
  • La riconta delle anime. Il sacro, il sociale e il profano nelle fonti nominative confessionali, a cura di C. Grandi, Aracne, Roma 2011
Pubblicato il: Lunedì, 07 Ottobre 2019 - Ultima modifica: Giovedì, 04 Giugno 2020
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